La storia era finita lì, invece no. Intervenendo nel pomeriggio a Radio24, anziché godersi la straordinaria impresa della Fiorentina contro il Milan (parlare di calcio lo può aiutare a migliorare la conoscenza: c’è molta strada da fare), il signor Barone è tornato sulla storia del PIF. Testuale: “È stata una situazione buttata lì senza verificare e senza consultarci, un’opera di destabilizzazione”. Ripetiamo: tra i suoi tanti errori, alcuni gravi, non intuisce – come farebbe qualsiasi dirigente illuminato – che dopo una vittoria magica per Firenze avrebbe dovuto solo esaltare Italiano e la squadra. Niente. Abbiamo spiegato a Barone, in italiano, che destabilizzare è un’altra storia, gli abbiamo soprattutto spiegato che si tratta – da parte del fondo arabo – di una manifestazione di interesse e nulla di più, nulla da fare. La sua violenza con le parole nei riguardi dei giornalisti fiorentini ha portato già all’intervento dell’USSI e non solo. Non è la prima volta, si dia calmata: meglio, qualcuno gliela dia in fretta. Barone sappia che siamo a Firenze, culla della civiltà, non dentro un bar di Caracas. E sappia ancora di più che acquistare un vocabolario, in modo da conoscere il significato della parola “destabilizzare”, può essergli utile. Sappia, a maggior ragione, che non siamo al suo servizio per chiamarlo e raccontargli una notizia prima di pubblicarla, non siamo la comunicazione di chicchessia. Siamo liberi, autonomi e indipendenti. Barone ha due anni e mezzo Fiorentina alle spalle, parla in prima persona ma i meriti di questi investimenti sono esclusivamente di Commisso. In due anni e mezzo ha commesso errori che un dirigente normale sarebbe stato sollevato dall’incarico. Firenze sarà sempre riconoscente a Commisso, ma vuole competenza. E noi aggiungiamo: parole civili, quella è la culla della civiltà. Lui invece è finito sotto la culla e dietro il ripostiglio, ha calpestato l’abc, è piombato nello scantinato.
Moderi il linguaggio, signor Barone, e cambi disco perché il suo è rotto: abbiamo spiegato e rispiegato, al massimo molto presto faremo l’elenco dei suoi errori marchiani (ci teniamo molto) tra allenatori, gestione, operazioni di mercato (ci aspetti con curiosità, si chiama libertà di pensiero) scelte e contraddizioni. La Fiorentina merita dirigenti illuminati, non serve essere il braccio destro del proprietario, lo sa quanti direttori vorrebbero avere la sua fortuna? E lo sa in quanti tornerebbero a casa dopo il 20 per cento degli strafalcioni che lei ha commesso? Le insegniamo una cosa, signor Barone: utilizzi le parole giuste, senza minacciare o infamare genere che lavora – sbagliando o indovinando – e senza insultare. Dimostri di essere da Fiorentina, non per essere un discreto dirigente – quello è difficile – ma come minimo un dirigente. Si impegni, ce la può fare, evitando linguaggi poco garbati (eufemismo). I suoi errori, enormi, hanno messo un freno al progetto fatto di investimenti onerosi, ha visto quanti soldi sono stati spesi? Con la metà della metà di quei soldi molti suoi colleghi hanno svoltato, in nome della competenza. Investimenti non suoi, signor Barone perché paga Commisso, ma le decisioni sì. Montella, Iachini, Prandelli, Iachini, Gattuso: un pandemonio, navigazione a vista come l’album delle figurine. Per fortuna ora la svolta Italiano, la gente di Firenze merita un progetto e non un cambio trimestrale di rotta. Molto presto le spiegheremo nei dettagli, signor Barone: si metta comodo, abbiamo tempo.
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