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Zapata si racconta: “Il Toro è la mia casa: qui nel presente e nel futuro”

Zapata si racconta: “Il Toro è la mia casa: qui nel presente e nel futuro”

Ai canali ufficiali di Lega Serie A l’attaccante e capitano granata si è raccontato a 360 gradi

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4 MAGGIO – “E’ stata una bella esperienza. Sono andato anche pochi giorni prima, c’era poca gente e sono salito a Superga in modo da essere pronto e preparato il 4 maggio. Quando è arrivato quel giorno è stata una bella esperienza. L’avevo già vissuta, non da capitano, al primo anno qua: ho visto che era un giorno sentito, c’era Buongiorno capitano. Viverlo da capitano è stato ancora più emozionante ed è un onore far parte di questo giorno che per tutti i tifosi granata è un giornata triste, ma allo stesso tempo di commemorazione questi campioni e le altre persone scomparse. Prima di diventare un giocatore del Toro non avevo ben presente questa storia. Ma una volta arrivato, ci sono persone che ti fanno capire cosa significa il Toro e giocare qui, per questo club e la storia che ha. L’ho subito percepita”.

 

RINNOVO – “E’ stato un bel gesto del club e del presidente, rinnovarmi non al meglio delle mie performance con questo infortunio grave. E’ stato un atto di fiducia nei miei confronti e vorrei ricambiarla in campo. Anche se il campionato è finito, sto lavorando per farmi trovare pronto per la preparazione. Lavorerò in questi mesi perché ho questa responsabilità, visto che sono il capitano e il club ha ancora fiducia in me; ho la responsabilità di far vedere tutte e mie capacità dentro al campo, e quello che riesco anche fuori. Il Toro è la mia casa. Mi hanno accolto con grande calore, anche dei tifosi. Tutti credono in me: il Toro è il mio presente e il mio futuro, voglio dare tutto

 

ROMA – “Sì, prima del Torino mi voleva fortemente la Roma, poi per alcune cose non si è realizzato. Qualche giornata dopo, penso la seconda o terza partita con il Toro, ho segnato il mio primo gol con i granata proprio contro la Roma. Il calcio a volte è così”.

 

SOPRANNOMI – “Li accetto, ma non mi piacciono…Lascio che la gente si diverta. Il primo è stato ‘vitello’, anche se non ricordo il perché. Ero in Primavera, il mister si lamentava e mi chiamava così. Anche i miei compagni mi prendevano in giro…”

 

FUTURO – “Non ho tantissimi anni da giocare, poi vediamo. Non farò certamente l’allenatore, mi piace di più il direttore sportivo o lo scouting: sono bravo a vedere potenziale dove gli altri non lo vedono. Poi magari quando smetterò faro un’altra cosa, non lo so”

 

NAPOLI – “Due anni speciali, ho trovato tanti campioni e i sudamericani mi hanno accolto bene. Sono contento della loro vittoria dello scudetto. Questa città la porto nel cuore, mio figlio è nato lì: ho sempre un bel ricordo. A Napoli non giocavo mai, mi serviva continuità. Ma nei pochi minuti giocati ho segnato e fatto vedere le mie qualità. Poi Udinese e Samp mi hanno aiutato a farmi vedere di più, infine all’Atalanta sono esploso”.

 

ATALANTA – “Ho vissuto la mia stagione migliore lì, fino ad oggi. All’inizio non capivo come giocasse la squadra, nelle prime giornate non riuscì a segnare per circa 15 gare. Poi è venuto tutto spontaneo, ho fatto quattro reti in una partita e ho conosciuto i concetti di Gasperini. Sono stati anni importanti per me, è tutto merito anche delle persone che mi hanno aiutato: ogni attaccante che arriva a Bergamo si stufa di fare gol. Gasp ha concetti importanti, se li capisci fai bene. E lo hanno dimostrato anche gli attaccanti che sono venuti dopo”

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