Ha il tocco di un brasiliano, la maglia numero 10 dell’Italia e un futuro già scritto nel cuore del calcio europeo. Samuele Inacio Pià, classe 2007 e figlio dell’ex attaccante Inacio Piá, è il nuovo volto della Nazionale Under 17. Quattro gol in tre partite, meglio anche del tanto celebrato Francesco Camarda un anno fa, e ora la semifinale contro il Portogallo da affrontare senza paura, ma con fame di vittoria.
L’Italia sogna, lui segna
A 17 anni, Inacio è già leader e simbolo della nuova generazione azzurra. Tecnica raffinata, senso del gol, freddezza dal dischetto e una personalità che non teme i grandi palcoscenici. E lo dimostra parlando della sfida imminente contro il Portogallo: “Li abbiamo già battuti a settembre e ho segnato uno dei due gol. Ma sarà dura, vorranno la rivincita”. Lui però è pronto. E con lui, tutta l’Italia U17.
Il 10 sulle spalle e Neymar nella testa
Indossa il numero di Totti, ma si ispira a Neymar. E lo dice senza esitazioni: “Segnare con questa maglia è una delle emozioni più grandi che abbia mai provato“. Quella maglia, così pesante, lui la porta con disinvoltura. Non ha un segreto per i rigori: “Dipende dal momento, come viene… viene“. L’esultanza con la maschera? Nasce da bambino, nei giochi con il padre. Oggi si chiama “Inacio Mask” e vuole sfoggiarla in una finale Mondiale o sotto la curva del Signal Iduna Park di Dortmund.
Da Bergamo a Dortmund, passando per l’azzurro
Un anno fa il Borussia Dortmund lo ha strappato all’Atalanta, anticipando club come Manchester City e Bayern Monaco. La sua scelta è stata chiara: “l progetto del Borussia era il migliore per la mia crescita. Lo rifarei altre cento volte“. Oggi si allena con la squadra tedesca, frequenta una scuola online italiana, e tra una sessione di studio e una partita a FIFA con gli amici d’infanzia, costruisce passo dopo passo il proprio sogno.
Il rapporto con papà Inacio Piá
Il legame con il padre è forte e continuo: 2Ci sentiamo sempre, prima e dopo le partite“. Ex attaccante di Serie A, Piá è il primo tifoso e consigliere tecnico del figlio: “Mi ha sempre insegnato che il talento è importante, ma senza lavoro non si va da nessuna parte“. E a chi gli chiede se è già più forte del padre, Samuele risponde con un sorriso: “Mi piacerebbe fare meglio di lui“.
Fantasia e concretezza, con lo sguardo al futuro
Tra rigori, doppiette e sogni ad alta quota, Inacio resta con i piedi ben piantati a terra. Non ha un piano B, dice: “Voglio fare il calciatore. Stop. Non so cosa rispondere a chi mi chiede altro“. Un desiderio puro, alimentato da talento e umiltà. E magari, come spera lui, con un gol decisivo nella finale dell’Europeo, proprio come fece Camarda. Intanto, papà tornerà a vederlo dal vivo per la semifinale. Un altro passo, forse, verso la leggenda.
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