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Agroppi: “Noi del Toro siamo una leggenda. Vinciamo sempre anche quando perdiamo”

Agroppi: “Noi del Toro siamo una leggenda. Vinciamo sempre anche quando perdiamo”

TORINO – «Non si vince più niente, a differenza dei miei tempi. Ma bisogna pensare che noi vinciamo e vinceremo sempre: ogni domenica. Il mito rimane. Quando giocavo, abitavo in Lungo Dora…

TORINO – «Non si vince più niente, a differenza dei miei tempi. Ma bisogna pensare che noi vinciamo e vinceremo sempre: ogni domenica. Il mito rimane. Quando giocavo, abitavo in Lungo Dora Voghera. Praticamente sotto Superga. Dal mio piano c’era una vista meravigliosa sulla basilica. Tutte le mattine era come dire una preghiera per il Grande Torino. Indossavo il numero di uno di quei campioni. E con l’anima colma di emozioni andavo ad allenarmi al Fila. La maglia me la sono sentita subito sotto la pelle. Ho decine di libri sul Grande Torino. La mia salute non mi consentirà di andare a Superga il 4 maggio, per i 75 anni. Resto felicissimo di aver combattuto per un ideale. Ben contento di non essere andato altrove».  

VICINO ALLA JUVE – «Ci fu chi rispose no senza chiedermelo, tanto mi conoscevano. Solo la maglia del Toro poteva regalarmi l’onore di indossare la mitologia. Diventai grande al Fila fin dal vivaio. Passavamo vicino all’elica, alla grande ruota trovata a Superga… Nel cortile gli anziani insegnandoci la storia piangevano… Noi del Toro siamo questi. Una leggenda. Anche tra secoli. Solo noi abbiamo il Grande Torino. Ecco perché il Toro vince sempre. Anche quando perdiamo».  

LOTTARE PER VINCERE – «Perché non abbiamo giocatori abbastanza bravi per battere quelli della Juve. E per lottare per lo scudetto. Devo recitarvi le nostre formazioni? Non abbiamo più grandi giocatori. E chi tifa, lo fa innanzi tutto per amore. I risultati non basterebbero più. Il tifoso del Toro ama lo spirito. Per questo tramanda la fede».  

CONSIGLI A CAIRO

Urbano Cairo, presidente del Torino

«Basta con i triennali agli allenatori. Allenare il Toro è un onore, io lo allenerei gratis. Adesso che sta per finire il ciclo di Juric, vorrei che al nuovo allenatore venisse fatto un contratto annuale. Il Toro si deve meritare. Poi, se funziona, lo confermi e gli alzi lo stipendio. A un allenatore che mi chiede un triennale risponderei: prego, lì è la porta. Cosa vuoi, metterti il sedere al caldo per tre anni? Invece si fanno questi contratti lunghi a scatola chiusa. A Juric come un po’ a tutti. Ma chi era Juric, da dove arrivava? Aveva vinto come Mourinho? E questo vale mica solo per Juric». (calcionews24.com)

Il grande Torino raccontato da Agroppi

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